mercoledì 12 settembre 2012

Trattativa: presunte interferenze: la difesa accusa, l'accusa difende




L'avvocato Carlo Taormina presenta un esposto-denuncia accusando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di aver interferito sull'attività della Procura di Palermo nelle indagini sulla trattativa Stato-Mafia. La denuncia andrà all'esame del Comitato per i procedimenti d'accusa presieduto da Marco Follini. Carlo Taormina chiede che venga accertata la circostanza secondo la quale Napolitano avrebbe "violato" due
principi: quello dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura. E, chiede Taormina "in caso di
esito positivo, si azionino le procedure per l'incriminazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il delitto di attentato alla Costituzione a norma dell'articolo 90".

Per il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, "Non c' è mai stata alcuna interferenza sulle indagini, tanto che le indagini sono arrivate a conclusione con la richiesta di rinvio a giudizio".

Michele Vietti, vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, commenta: "Il Csm è stato accusato di silenzio assordante. Penso che mai come in questo caso il silenzio è d'oro. Il presidente della Repubblica, l'anno scorso, ha ricordato come lui stesso, fin dal 2007, aveva invitato i magistrati a ispirare le proprie condotte basate su criteri di misura e riservatezza".



FOLLINI: ARCHIVIATA LA DENUNCIA CONTRO NAPOLITANO

"Abbiamo archiviato una denuncia che era manifestamente infondata. Apprezzo che la decisione sia stata presa all'unanimità". Il presidente del Comitato per i procedimenti d'accusa Marco Follini (Pd) commenta così la decisione di archiviare la denuncia di Carlo Taormina contro il Capo dello Stato che avrebbe cercato di interferire, secondo l'accusa del penalista, nell'attività della Procura di Palermo che sta indagando sulla trattativa Stato-mafia.

"Con l'onorevole Federico Palomba ho votato per l'archiviazione della denuncia per attentato alla Costituzione proposta dall'avvocato Carlo Taormina contro il Capo dello Stato", fa sapere il vicepresidente del Comitato per i procedimenti d'accusa, senatore dell'Italia dei Valori, Luigi Li Gotti. Che aggiunge: "La posizione dell'IdV è stata motivata con l'evidenziare l'insussistenza del reato di attentato alla Costituzione che prevede il compimento di atti violenti. Inoltre, la lettera al Procuratore Generale della Cassazione è nei limiti normativi e nell'ambito delle prerogative del Capo dello Stato. Diverso è il nostro giudizio sulla opportunità della sollecitazione al Procuratore Generale della Cassazione, in considerazione del tipo di intervento chiesto da Mancino. Le nostre critiche non c'entrano, però, nulla con la gravissima ipotesi di attentato alla Costituzione. L'IdV ragiona sui fatti - conclude Li Gotti - e non fa spot su materie così delicate". 

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