domenica 27 aprile 2008

I cannoli di Toto’ e gli arancini di Montalbano

Era il tempo della ricotta...

Di Pino Finocchiaro

Un tempo la sobrieta’ era un valore in politica. Peccato che Toto’ vasa vasa - il vicere’ di Sicilia, Salvatore Cuffaro - non optando tra quelli alla ricotta e quelli al cioccolato continui a festeggiare la sua condanna a cinque anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici trangugiando entrambi. Quel ch’e’ peggio pretenderebbe che a ingurgitarli in silenzio fossero anche i cronisti.
Prima – parlando con una troupe di Annozero - afferma "Se qualcuno ha festeggiato, ha motivo di farlo, Perche' dopo cinque anni lunghissimi, essere stato liberato dall'accusa di mafia e' un po' meno sconfortante di quanto lo era prima".
Poi dice offeso “"Non ho mai pensato di festeggiare e non l'ho fatto. Non lo hanno fatto le persone che mi vogliono veramente bene e nemmeno i miei amici politici. Ho soltanto detto che mi sento un po' piu' confortato nel sapere che anche la corte che mi ha giudicato abbia certificato che non ho mai favorito la mafia ne' singoli mafiosi. Mi dispiace che qualcuno tenti di strumentalizzare i sentimenti piu' veri".
Ma sabato mattina, dopo una notte insonne per le scariche di adrenalina prodotte dall’esclusione del favoreggiamento mafioso, i cannoli con i suoi amici li ha mangiati proprio Toto’ Vasa Vasa. Mica io, che d’altra parte, com’e’ noto preferisco gli arancini alla Montalbano. Sara’ perche’ Montalbano e’ un poliziotto e lotta per la legalita’. Una legalita’, umile, alla portata di tutti, senza caccia ai codicilli. Mentre i cannoli mi fanno pensare alle libagioni con assassinio del “Padrino” di Francis Ford Coppola. E quel modo di fare giustizia privata non ha mai riscosso i miei consensi.
“Dopo una notte insonne – scrive Franco Nuccio per l’Ansa - Salvatore Cuffaro, il governatore siciliano accusato di favoreggiamento aggravato, festeggia con caffe', dolci alla mandorla e cannoli freschi la sentenza che lo proscioglie dall'accusa di aver aiutato Cosa Nostra. Resta la condanna a cinque anni per favoreggiamento semplice, ma il day after e' pieno di sorrisi, abbracci e qualche lacrima”.
Una svista glicemica del cronista palermitano? Notoriamente la glicemia non e’ contagiosa ma Saverio Lodato sull’Unita’ parla di “ interi vassoi di cannoli offerti ieri a deputati e giornalisti, a palazzo d’Orleans, la sede del governo siciliano. Toto’ cosi’ e’. Cosi’ e’ sempre stato. E cosi’ - ahinoi -continuera’ ad essere”.
Insomma, se c’e’ un untore di glicemia a colpi di cannoli in quel di Palermo e proprio Toto’ Vasa Vasa. E i cannoli in Sicilia – ve lo dice un siciliano – si offrono il di’ di festa. E ben lo sa un’altra siciliana che non ha fatto mancare le critiche al vicere’ Toto’. Informata del tripudio di vassoi a palazzo d’Orleans dal collega Felice Cavallaro del Corriere, l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, Forza Italia, commenta, laconica “No, non ci piace questa Sicilia dei cannoli. In privato faccia quel che vuole Toto’. Ma che c’e’ da festeggiare dopo una condanna a cinque anni? Torni pure al lavoro, ma con un po’ di sobrieta’ in piu’, senza i brindisi dell’altra sera, una vera stonatura”. Un’altra pericolosa comunista infiltrata nel partito di Berlusconi?
Tra i cannoli di Toto’ Vasa Vasa e la libera informazione e’ ormai partita aperta. Fra una pasta di mandorla e un caffe’, il vicere’ di Sicilia si batte lancia in resta contro il nemico d’un tempo che non passa mai.
"Adesso – si consola Toto’ - l'onorevole Santoro non mi potra' piu' dire che sono un colluso con la mafia. Potra' dire che che ho fatto il 'cascettone', nel senso che ho dato qualche informazione, per questo sono stato condannato, ma mafioso non lo potra' piu' dire. Nemmeno l'onorevole Santoro". I due giornalisti di 'Anno Zero', sono li, esterrefatti.
"So – prosegue ironicamente Cuffaro - che anche voi, nel vostro cuore speravate che io non venissi condannato per mafia e so che adesso siete
contenti...".
C’e’ poco da scherzare. Leoluca Orlando, l’ex sindaco dell’ormai remota primavera di Palermo, ricorda_che "Salvatore Cuffaro e' stato riconosciuto colpevole di aver aiutato il capo della cosca
mafiosa che ha ucciso Padre Pino Puglisi, mentre in questi giorni si e' fatta tanta ostentazione di presunte veglie e presunte preghiere in favore di un uomo che ha ammesso di aver
frequentato ed aiutato il capo della cosca di Brancaccio".
"Dove e' la chiesa di Padre Puglisi? – aggiunge il portavoce di Idv - Lo chiedo da cattolico che ha ancora davanti agli occhi la triste immagine del covo di Provenzano con il crocifisso e la Bibbia
usata per nascondere i pizzini...".
Cuffaro replica parlando di delirio. Ma le carte sembrano dare ragione agli arancini di Leoluca piuttosto che ai cannoli di Toto’. Il dispositivo della sentenza di condanna a proposito dell'imputazione di favoreggiamento fa riferimento al capo "Q" in cui si legge: "per il delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 378 commi 1 e 2, c.p. e 7 l. n. 203/1991, per avere, con piu' azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso con altri soggetti ignoti e con Antonio Borzacchelli, maresciallo dell'Arma dei Carabinieri in aspettativa perche' eletto deputato dell'Assemblea Regionale Siciliana, aiutato, con le modalita' di cui al capo che precede (la rivelazione del segreto d'ufficio ndr), Domenico Miceli, Salvatore Aragona e Giuseppe Guttadauro, sottoposti ad indagine, il primo per il delitto di cui agli artt. 110 e 416 bis c.p.(concorso esterno in associazione mafiosa ndr), il secondo ed il terzo per il delitto di cui all'art. 416 bis c.p. (associazione mafiosa ndr), ad eludere le investigazioni che li riguardavano, commettendo il fatto al fine di agevolare l'attivita' dell'organizzazione mafiosa Cosa Nostra; In Palermo ed altrove, nella primavera -
estate del 2001".
Frattanto, una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, condannato a 5 anni nel processo per le 'Talpe' alla Dda di Palermo, sara' presentata dal centrosinistra all'Assemblea regionale siciliana. Lo ha annunciato il leader dell'Unione all'Ars, Rita Borsellino, secondo la quale "Il verdetto dei giudici e' gravissimo: una condanna a cinque anni con un'interdizione perpetua dai pubblici uffici"."L'opposizione - aggiunge Borsellino - ha sempre dato un
giudizio politico gravissimo sul modo di governare del presidente.
Oggi oltre al giudizio politico c'e' anche quello della magistratura". L’approdo in aula della mozione della Borsellino non e’ esente da rischi per il vicere’. Alle critiche della Prestigiacomo si aggiungono anche quelle di Micciche’. Marcello Dell'Utri - si’, lui - commenta "Fare il governatore non significa baciare ma governare. Cuffaro non governa per sua mancanza di capacita', mentre e' straordinario come macchina elettorale, ma dopo le elezioni vada a casa a fare un'altra cosa". Persino i giovani siciliani di An chiedono le dimissioni del governatore. A palazzo dei Normanni, la mozione Borsellino potrebbe racimolare consensi inattesi.
Mentre Toto’ gigioneggia con i cannoli, nel cuore di Palermo, a piazza Castelnuovo, un migliaio di siciliani tiene una manifestazione contro la decisione del governatore di rimanere alla guida della giunta, nonostante la condanna. Alcune centinaia di militanti di Rifondazione comunista, Pdci e alcuni consiglieri comunali di Altra Palermo e Idv hanno inscenato una protesta. Tra i manifesti e i cartelloni si legge la scritta "Dimissioni subito".
Il pasticcere di Toto’ freme. Montalbano gusta un arancino, ne butta via meta’ e borbotta “Questa minchia di dieta”. Sobrieta’ commissario. Sobrieta’. E’ l’arma vincente.

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