lunedì 2 luglio 2012

Mafie contro Libera. Salvi arresta i Riela





Le mafie dichiarano guerra a Libera bruciando le terre riguadagnate con la confisca dal giogo della criminalità organizzata. Don Luigi Ciotti replica secco: "Quelle terre sono libere e libere resteranno. Non ci lasciamo intimidire".

L'ultimo episodio. Nella notte un incendio in più punti brucia 12 ettari di grano in località Cento Moggi a Pignataro Maggiore, proprio sulle "terre di Don Peppe Diana". "Una rappresaglia continua e reiterata con il chiaro intento di colpire chi lavora per ristabilire legalità e realizza un' economia giusta e sana nel nostro paese". Il 12 giugno altri due incendi inceneriscono uliveti a Castelvetrano e Partanna. Ancora le fiamme radono al suolo, duemila piante di arance a Belpasso nel catanese. Attentati e intimidazioni a Mesagne, Borgo Sabatino e nella piana di Gioia Tauro.

"Non possiamo più pensare a delle coincidenze", sottolineano i promotori di Libera.


Il procuratore Gianni Salvi

Pronta la risposta delle istituzioni. La procura di Catania guidata da Gianni Salvi ottiene un'ordinanza cautelare contro gli imprenditori Riela, proprietari originari del terreno confiscato a Belpasso.

Un' inchiesta della guardia di Finanza svela un raffinato meccanismo di intestazione fittizia dei beni che avrebbe consentito ai Riela di far valere i crediti e riappropriarsi dell'azienda di autotrasporti confiscata dalla magistratura.

Emergono inquietanti rapporti con i politici. Decisivo il ruolo di funzionari pubblici "a disposizione" per consentire l'assunzione nell'azienda confiscata di fedelissimi della famiglia Riela.

Il capo, Francesco, impartisce ordini dal carcere. Lì dove lo raggiungono i due fratelli. L'ultimo, Rosario Riela, i finanzieri lo arrestano all'aeroporto di Catania.






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