Pino Finocchiaro presenta, giovedì 27, alla Feltrinelli il suo libro sulla mafia e sulla sua politica del consenso.
Pino Finocchiaro, giornalista, redattore e conduttore di Rai News 24, incontra il pubblico palermitano, alla Feltrinelli alle 18, per raccontare il suo ultimo libro La mafia grigia (Editori Riuniti UP).
La grande forza della mafia sta nel consenso. Violenza, corruzione e intimidazione rappresentano l’opzione estrema di una sottile forma di ingegneria sociale che blandisce, smussa, media, dialoga con tutti i poteri presenti sul territorio.
“Mi ero illuso di governare senza la mafia”, scrive nel suo memoriale del 1997 l’ex presidente della regione Sicilia, Rino Nicolosi. Ed è la stessa illusione che governa le sorti di piccole e grandi città. Si tratti di Castrovillario Paterno Dugnano, le mafie sono costantemente alla ricerca di consenso: elettorale, mediatico, economico, istituzionale.
Grigia illusione, quella di governare senza la mafia che domina i comuni disciolti due volte, San Giovanni La Punta e Niscemi. Grigio e maleodorante, il Caso Catania – con la sua vittima illustre immolata sull’altare del silenzio e della calunnia, il giudice Giambattista Scidà – è solo un caso, emblematico ma ricorrente.
“Se la mafia è più forte di prima è perché [...] la politica le ha aperto le porte”, dice Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria. C’è la cupa area istituzionale delle strategie della trattativa che risparmia il ministro Lillo Mannino e disintegra Paolo Borsellino. C’è l’agenda grigia di Borsellino che aiuta gli inquirenti di Caltanissetta a ricostruire i pezzi mancanti, dopo la sparizione dell’agenda rossa del giudice eroe tradito dai compagni di ventura nella lotta a Cosa Nostra.
La zona grigia s’inalbera, nega, ribatte: “Abbiamo sempre lottato contro la mafia”. Negare, negare, negare è il mestiere preferito dei mafiosi e dei fiancheggiatori politico-istituzionali. Scrivere, scrivere, scrivere è l’unica forma di rivolta legale ed efficace consentita a chi è nato in Terra di Mafia.
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