sabato 15 settembre 2012

Cassazione: sul web non esiste stampa clandestina



L'assoluzione di Carlo Ruta 

riscrive la storia della comunicazione in Italia

Le motivazioni, per le quali il saggista e giornalista Carlo Ruta è stato assolto con formula piena dopo le condanne in due gradi di giudizio, sono raccolte in pochi punti, chiari ed essenziali. La Corte rileva, in particolare, che «il giornale telematico non rispecchia le due condizioni ritenute essenziali ai fini della sussistenza del prodotto stampa come definito dall’art. 1 L. 47/1948 ed ossia: a) un’attività di riproduzione tipografica; b) la destinazione alla pubblicazione del risultato di tale attività». In altri termini: l’informazione che viene dal web, non solo quella che passa attraverso i blog, ma anche attraverso giornali telematici (fatti salvi i casi in cui le testate non decidano di richiedere sovvenzioni pubbliche destinate alla stampa), non può essere soggetta alle imposizioni della legge 47 del 1948. Si è quindi ad uno snodo giuridico, che potrà avere forti incidenze sull’informazione in Italia. Il web trova infatti una legittimazione ampia e inedita, quale strumento che interagisce in profondo con i modi e le regole della comunicazione, oltre le strettoie condizionanti delle vecchie leggi sulla stampa.



Lette le motivazioni della sentenza, Carlo Ruta ha dichiarato: «In tanti hanno ribadito nel maggio scorso che si tratta di una sentenza storica. E credo che tanto più lo si possa dire dopo la lettura delle motivazioni. Questo atto della Corte di Cassazione, conciso e lineare, può avere un peso non indifferente sul dibattito in corso nel paese. Di certo susciterà sconcerto negli ambienti che mirano a limitare la libertà sul web, perché è difficile che ne sfuggano le implicazioni. Concretamente, si tratta di una vittoria della democrazia. Tuttavia, come si è detto coralmente negli ultimi mesi, è necessario difendere e consolidare i risultati che vanno ottenendosi, ed è importante che il nocciolo di questa sentenza, radicalmente democratico, si traduca prima possibile in una legge effettiva dello Stato».

L’avvocato Giuseppe Arnone, che ha sostenuto in Cassazione le ragioni della difesa, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Questa sentenza, motivata con chiarezza ed essenzialità, è un fatto di portata straordinaria. L’impostazione testuale conferma che abbiamo ottenuto un risultato enorme per la libertà d’informazione, che è un cardine della democrazia. Grazie a questa deliberazione della Corte, che accoglie in pieno i miei argomenti, siamo oggi più liberi e internet è riconosciuto come strumento fondamentale per un esercizio maturo dei diritti d’informazione e di espressione. Come cassazionista provo per tutto ciò una grande soddisfazione e sono orgoglioso di aver contribuito a questo risultato».

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